In balia di cieli tempestosi, abbiamo sfidato la furia delle onde finché, vinti dalla stanchezza, abbiamo accolto l’inevitabile naufragio approdando su misteriose rive nascoste.
Smarriti e speranzosi, sondiamo il sottile alito boschivo che fende il sipario di nebbie ancestrali. Terra. L’ombra minerale di vertiginose falesie si delinea come un miraggio, avvolta in un chiarore trascendente.
La gelida memoria delle correnti artiche ci esorta ad affrontare l’impervia ascesa, oltre una parete rocciosa consumata dal vento e dalla salsedine.
Giunti alla vetta, l’incredibile si palesa nella maestosità di un bosco di conifere secolari; tronchi giganteschi svettano come grattacieli di smeraldo, protesi verso una volta scolpita nei riflessi spettroscopici dei cristalli.
Stregati da quel bagliore, varchiamo i confini del regno perduto di Agarthi su un velluto scuro di radici e muschi.
In balia di cieli tempestosi, abbiamo sfidato la furia delle onde finché, vinti dalla stanchezza, abbiamo accolto l’inevitabile naufragio approdando su misteriose rive nascoste.
Smarriti e speranzosi, sondiamo il sottile alito boschivo che fende il sipario di nebbie ancestrali. Terra. L’ombra minerale di vertiginose falesie si delinea come un miraggio, avvolta in un chiarore trascendente.
La gelida memoria delle correnti artiche ci esorta ad affrontare l’impervia ascesa, oltre una parete rocciosa consumata dal vento e dalla salsedine.
Giunti alla vetta, l’incredibile si palesa nella maestosità di un bosco di conifere secolari; tronchi giganteschi svettano come grattacieli di smeraldo, protesi verso una volta scolpita nei riflessi spettroscopici dei cristalli.
Stregati da quel bagliore, varchiamo i confini del regno perduto di Agarthi su un velluto scuro di radici e muschi.